Intervento Sen. Laura Fasiolo: approvazione del Testo Unico sulla Vite e il Vino

Intervento Sen. Laura Fasiolo: approvazione del Testo Unico sulla Vite e il Vino

Disciplina nazionale in materia di vino (AULA, approvazione del Testo Unico sulla Vite e il Vino, 17 novembre 2016)

Il Testo sulla Disciplina Organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino riunisce finalmente in una disciplina organica le disposizioni sulla coltivazione della vite, la produzione e commercializzazione dei vini, affrontando cioè il tema delle denominazioni di origine, delle indicazioni geografiche, delle menzioni tradizionali, l’etichettatura e la presentazione, la gestione, i controlli ed il sistema sanzionatorio dei prodotti vitivinicoli di cui ai regolamenti (UE) n. 1308/2013 e n. 1306/2013.

Il provvedimento rappresenta un passaggio di grande rilevanza.

Il settore vitivinicolo è trainante nel nostro Paese e, nel nord-est, sta vivendo una fase di grande ripresa, di successo e di grande trasformazione. Alla recente DOC Prosecco, la DOC Friuli, la nuova DOC Pinot grigio delle Venezie, si associano Il Friulano, nome di ripiego andato a sostituire il nostro storico Tokaj la cui etichetta è stata autorizzata solo in Ungheria, il Terrano, etichetta contesa tra Italia, Slovenia, Croazia, vino della terra carsica, su tre confini, il Sauvignon, vino sul quale e si è innalzata una cortina fumogena di sospetti con danni d’immagine incalcolabili. Denominazioni dall’altissimo potenziale per l’export a denominazioni di origine controllata.

Qualità ed export hanno innalzato il livello della nostra economia, ma anche messo alla prova produzione e commercializzazione  in aree confinarie provate dal contenzioso e da un’eccessiva  burocrazia a tutti i livelli della filiera.

Lo sforzo e l’impegno condiviso in questi anni è stato la semplificazione e la gestione della filiera produttiva, alleggerendo la macchina burocratica, ammodernando i processi e rendendo più moderno e snello il lavoro manageriale. Questo almeno l’intento del TU sulla vite e il vino, una scommessa per la governabilità, l’efficienza e l’efficacia della gestione della filiera.

SEMPLIFICAZIONI e INNOVAZIONI

Si chiedono al provvedimento, come implicitamente evidenziato dal percorso condiviso in questi anni tra filiera produttiva e legislatori, una serie di misure che rendano la gestione della filiera sempre più snella, meno burocratica, più moderna ed efficace.

SEMPLIFICAZIONE. Ecco la parola magica attesa dalle migliaia di aziende vitivinicole, attraversate da una serie di cambiamenti molto rapidi, come l’agricoltura sociale, l’agricoltura di precisione, con un indotto commerciale che coinvolge una parte molto significativa dell’occupazione nazionale.

Un risultato ambizioso che deve coniugarsi con l’elevata qualità del prodotto dei nostri vini, eccellenze  internazionali riconosciute.

La semplificazione prevista nel testo unico, rappresenta un importante punto di riferimento, in grado di alleggerire la caterva di legislazione che rende insofferenti gli agricoltori e che rallenta, mortifica, avvilisce, per l’esagerato numero, spesso insensato, dei controlli, il mondo della produzione e trasformazione, vigneti e cantine.

I controlli e la vigilanza sui vini sono atti dovuti, assicurano la qualità, il buon nome del nostro doc, dop, igp, igt, del Made in Italy di cui andiamo fieri, della reputazione delle aziende. È però ora di dire basta agli eccessi, che non consentono al mondo agricolo onesto di lavorare e produrre in serenità, basta alle interpretazioni punitive della norma, il mondo agricolo ha bisogno di lavorare e di produrre serenamente.

La cultura sanzionatoria non può trasformarsi in vessazione all’impresa; la verifica esasperata si è troppo spesso scontrata nel passato con il buon senso. Cambiare passo significa abbandonare la ricerca di un colpevole a priori, ma verificare l’applicazione della corretta procedura con la consapevolezza che la possibilità di incorrere in errori formali deve tradursi in controllo della garanzia di qualità e genuinità. Il controllo deve essere tecnico e serio, ragionevole e mirato, come prevede il  con l’art 61 che richiama la normativa europea, ed in particolare l’art.63, sul Registro Unico dei Controlli ispettivi che alleggeriscono il sistema, per favorire un’ agricoltura non più  affogata, con i vini è il caso di dirlo, nella burocrazia. Non alla ricerca ossessiva del colpevole.

Un riferimento, a questo proposito, al registro dematerializzato, per evidenziare la necessità di non sottovalutarne la complessità. Viene richiesta da più parti la 1) FORNITURA da parte del MIIPAAF di un PROGRAMMA APPLICATIVO GRATUITO,in quanto le PICCOLE AZIENDE di cui è costituito il mondo vitivinicolo sono SOTTOPOSTE a un eccessivo esborso di danaro a vantaggio degli  OPERATORI INFORMATICI ( ben 50  le software house) e impoveriscono le aziende;

per questo sarebbe quanto mai auspicabile

2) PREVEDERE UN’ESENZIONE DAL REGIME SANZIONATORIO DI ALMENO 1 ANNO,  o una proroga ulteriore richiesta dai vitivinicoltori, per consentire alla miriade di piccole imprese, di mettersi al passo. La MODALITA’ DIRETTA on-line prevede la COMUNICAZIONE entro TRE GIORNI AL PORTALE, comporta l’alto rischio di incorrere in ERRORI e di conseguenti forti  SANZIONI. Oggi, la possibilità di ovviarvi avviene attraverso il sistema WEB SERVICE,che consiste nella   INTERMEDIAZIONE di una software house con PROBLEMI di COSTI (1000/1500 € con aggiornamento annuale, oltre ad un corso di specializzazione per operatori di circa 10 ORE). Ecco quindi il senso di un programma applicativo gratuito.

UN PERCORSO ulteriore è quello del ripristino e salvaguardia dei  vigneti delle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico, o di pregio paesaggistico storico ed ambientale, i cosiddetti vigneti ” eroici o storici” .

Un  patrimonio decisivo per le prospettive del VITIVINICOLO.

Le viti autoctone  vanno sostenute e salvaguardate, come previsto all’art. 7  citato, in cui si attenziona lo Stato per la promozione di interventi di recupero, manutenzione e salvaguardia dei vigneti delle aree a rischio di dissesto idrogeologico.

Penso al FVG, alla vite autoctona storica Glera, migrante nel triveneto, per taluni discendente dal latino Pucinum, amato dall’imperatrice Livia Augusta (scrive Plinio),sinonimo del vino chiamato Prosecco.

Merita davvero, come enunciato nell’articolato, un’attenzione speciale a tutta la vitivinicoltura eroica del Paese, che ha il grande merito di mettere in salvo un territorio  con potenzialità importanti.

Dal Testo Unico dunque, rappresenta una battaglia culturale per la semplificazione e l’innovazione che, unita alla riorganizzazione degli Enti per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, il rinnovato CREA, aderente alle esigenze del territorio e dell’impresa, intende sostenere le grandi sfide del made in Italy dell’agroalimentare. Non c’è sviluppo senza ricerca. Abbiamo davanti l’opportunità europea di Horizon 2020, con il nostro Paese alla guida dello sviluppo e dell’ innovazione.

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