Rumore, la Giunta prepara il “far west”

Rumore, la Giunta prepara il “far west”

La Giunta prepara il far west. Doveva riuscire a trovare una quadra tra due esigenze apparentemente opposte: i cittadini che vogliono dormire sonni tranquilli, sia quelli del centro piuttosto che quelli delle aree a ridosso delle attività produttive (Sant’Andrea, Piedimonte o Montesanto che sia), e i proprietari dei bar e chi organizza eventi. «Ma solo il fatto che il centrodestra abbia tenuto nel cassetto i risultati dei rilievi fonometrici per anni e anni hanno reso così conflittuale il dialogo tra queste due parti della nostra città» – denuncia Marco Rossi del PD – «In realtà è chiaro che gli esercenti hanno il diritto ad avere un quadro di regole certe, i cittadini ad attendersi un miglioramento del quadro dell’inquinamento acustico. Due risultati che il Piano proposto dal centrodestra non raggiunge affatto. Perché il quadro di regole rimane nell’indeterminatezza: nulla si sa del contenuto del Regolamento per le manifestazioni temporanee, mentre i limiti geografici di applicazione del regime in deroga è talmente vasto da voler dire tutto e niente. Speriamo solo che non si voglia che gli esercenti continuino a dover “mendicare” deroghe invece di poter operare in un quadro di certezza normativa e equità di condizioni. Per i cittadini, poi, sarà fondamentale la possibilità di adottare un Piano di risanamento, cioè un insieme di interventi che favoriscano la riduzione dell’inquinamento da rumore: noi ci batteremo per questo»

Di occasione persa ha parlato anche il consigliere David Peterin: «L’impostazione del Piano proposto dalla destra sembra costruita appositamente per evitare l’onere di realizzare un Piano di Risanamento acustico, cioè migliorare in prospettiva l’attuale livello dell’inquinamento da rumore. E questo vale sia per la scelta di collocare tutto il centro in un’alta classificazione di rumore, sia per la discutibile scelta operata per le abitazioni a ridosso dell’area industriale di Sant’Andrea. Questo piano, in definitiva, non coglie nemmeno l’occasione di soddisfare la volontà di oltre 1.600 cittadini firmatari di una petizione nel 2019. Noi però non ci arrenderemo e ripresenteremo le osservazioni che abbiamo illustrato in Consiglio comunale».

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