dal quotidiano IL PICCOLO di martedì 4 settembre:
Francesco Fain – «Sembra il gioco delle tre carte». Usa l’arma tagliente dell’ironia Marco Rossi, capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale. Ha letto con grande attenzione dell’incontro che il sindaco Ziberna ha avuto, nei giorni scorsi, con l’assessore regionale Zilli, la quale ha dato la sua “benedizione” alla realizzazione di una spiaggetta con sdraio e ombrelloni sull’Isonzo, nell’area del parco di Piuma. Bella idea, peccato che la stessa amministrazione regionale abbia anche dato anche il via libera alla realizzazione delle centraline elettriche sul fiume. Due progetti che, a detta di Rossi, non vanno certamente d’accordo l’uno con l’altro. Ed è su questo punto che l’esponente del Pd mette il dito “nella piaga”. «Apprendiamo dell’incontro in cui l’assessore regionale alle Finanze e al Patrimonio “apre” sulla Isonzo Beach. Ma, allo stesso tempo, il 27 luglio scorso, la Regione con la delibera di giunta contrassegnata dal numero 1.482 ha dato parere favorevole alla centralina idroelettrica a Piuma. Sarebbe una barzelletta, ma purtroppo è tutto vero». Marco Rossi entra nel dettaglio e spiega i motivi della sua incredulità. «Pare obiettivamente difficile pensare di conciliare l’utilizzo del nostro fiume come luogo di svago, ristoro e turismo, con la realizzazione dell’ennesima sequela di manufatti che lo interpretano in chiave esclusivamente industriale! L’obiettivo di un recupero del fiume ad una sua più piena fruizione da parte dei cittadini, e perché no da parte dei turisti, credo sia largamente condiviso nella società: in quella direzione, poi, si muove il progetto transfrontaliero del Parco dell’Isonzo promosso dal Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect) e, evidentemente, anche la stessa amministrazione comunale. Ma è chiaro che risulta difficile pensare che si investa sul fiume e, cento metri a valle, venga realizzata una centralina idroelettrica con il suo canale di carico e il suo edificio di servizio. Capisco che la creatività non ha limiti, però…». L’esponente del Pd parla di «idee confuse» da parte dell’amministrazione Fedriga se la mano destra non sa quello che fa la sinistra. «La Regione, dunque, è il caso che si chiarisca le idee e che il Comune, peraltro, esiga da tutti i livelli amministrativi coinvolti la condivisione della visione del fiume. Le foto di rito in sala bianca con l’assessore regionale non significano molto, ahimé. Il testo della delibera numero 1.482, similmente a quello della 1.481 che ha dato parere favorevole alla centralina a Piedimonte, riporta in sintesi le dettagliate osservazioni proposte dal Comune di Gorizia che, sollecitato anche dai consiglieri comunali in occasione delle Commissioni Urbanistica e Ambiente riunitesi a fine maggio, si era correttamente attivato in tal senso con preciso ed efficace lavoro degli uffici. La Regione, ha deciso sostanzialmente di procedere comunque e ora il richiedente privato, se riterrà, potrà avviare la procedura autorizzativa vera e propria. C’è da chiedersi se ci si avvarrà della possibilità di ricorso al tribunale delle acque pubbliche (da noi evidenziato, per provvedimenti analoghi, già a maggio) che dev’essere fatto entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’atto, dunque ormai entro circa 30 giorni». «Ci consoliamo del fatto che la delibera prevede che “dovrà essere garantita l’accessibilità delle sponde del fiume con finalità di ricreare un punto panoramico, nel rispetto della sicurezza dell’impianto” (punto 6 delle prescrizioni): vista privilegiata su centralina idroelettrica…».