Il centrodestra si è spaccato durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, quando il capogruppo PD Marco Rossi, con il sostegno delle altre forze d’opposizione, ha presentato una mozione per rinviare il voto sullo scioglimento del Consorzio universitario. E così la mozione è passata: il Consorzio per ora è salvo, di eventuale scioglimento si riparlerà (forse) più avanti. Il rinvio è, evidentemente, un colpo alla giunta guidata da Ziberna che, in questo periodo, mostra sempre maggiori segni di scricchiolìo.
«Non si può pensare di sciogliere il Consorzio universitario con tanta leggerezza, soprattutto se l’alternativa proposta, giuridicamente debole, è di istituire al suo posto un semplice “Tavolo di coordinamento”. Molti consiglieri non sono affatto convinti, e con questo voto abbiamo evitato di fare un passo che avrebbe impedito ogni ulteriore approfondimento», dice Marco Rossi, capogruppo del PD all’indomani della serata in cui, con un colpo di scena, la mozione presentata da lui stesso per sospendere la discussione sulla proposta di scioglimento del Consorzio universitario (propostoa dalla Giunta) è passata con 19 voti a favore e 17 contrari: in questo modo la delibera è stata nei fatti “azzoppata” dal voto di ben 6 consiglieri di maggioranza che hanno preferito approfondire il tema. «Il progetto proposta dalla Giunta è ancora fumoso e le perplessità espresse dai consiglieri comunali sono state molte. Il rischio, è evidente, è che lo strumento proposto risulti largamente inefficace. Inoltre, in aula abbiamo assistito ad un attacco diretto della Giunta all’ex presidente Sgarlata. Vista l’origine politica della querelle, i pare evidente che qualcosa scricchioli: ma non può essere la ragione per indurre lo scioglimento di un ente pubblico come il Consorzio universitario. Se poi esso non ha raggiunto i risultati prefissi dalla Giunta, bè bisogna ricordare anche che i suoi vertici da anni sono espressione proprio di quell’ambito politico che ora ne prende la distanza. Insomma mi pare ci sia un po’ di confusione. Noi, però, vogliamo che venga fatto il bene della città»