Nadia Scotti e Mina Welby a Gorizia

Da sinistra a destra: Pietro Pipi, Mina Welby, Giannino Busato, Nadia Scotti e Francesco Donolato

Venerdì sera si è tenuto, all’Hotel Entourage, il dibattito che il gruppo tematico Sanità del Pd ha organizzato insieme all’Associazione radicale Trasparenza e Partecipazione.

L’incontro è stato moderato da Giannino Busato per il Pd e concluso da Pietro Pipi dell’associazione radicale goriziana.
Dopo l’illustrazione della proposta di legge Calabrò, attualmente depositata in Parlamento, da parte dell’avvocato Francesco Donolato («Provvedimento figlio dell’attualità che, per come è impostato, non risolve quasi nulla»), è stata la volta della testimonianza di Nadia Scotti, goriziana, fondatrice di un’associazione che assiste le famiglie che hanno dei parenti colpiti da SLA o altre malattie che costringono i pazienti ad uno stato in cui non sono più capaci di intendere e di volere, spesso imprigionati nel proprio corpo. Nadia Scotti ha denunciato «Dalla società e dalle istituzioni non ho ricevuto alcun aiuto: le famiglie colpite da questi drammi sono abbandonate a se stesse, senza ricevere alcuna assistenza concreta». La Scotti ha voluto dare il proprio punto di vista: «Io ho un’opinione un po’ diversa da quella di Mina Welby, non me la sentirei mai di farmi portavoce delle volontà di un’altra persona, però sono sicuramente convinta che non possono essere i giudici a decidere della vita o della morte di una persona».
Anche Mina Welby ha ribadito questo punto «Proprio per questo serve al più presto una buona legge che colmi questo vuoto normativo» e ha ancora ricordato l’assenza di un’assistenza domiciliare adeguata: «La legge vorrebbe sostenere la presa in carico dei pazienti, ma non prevede alcuna copertura finanziaria per rendere questo obiettivo qualcosa di concreto, e le famiglie continuano e purtroppo continueranno ad essere abbandonate a se stesse».
«Abbiamo voluto proporre alla città un momento di riflessione sull’argomento – ha concluso il segretario cittadino del Partito Democratico, Giuseppe Cingolani –  perché, pur in assenza di una legge che disciplini il testamento biologico,  l’esperienza stessa della nostra concittadina Nadia Scotti dimostra che il tema è di stretta attualità e non possiamo considerarlo come qualcosa che non ci riguardi. Voglio ricordare peraltro che il Pd chiede ormai da tempo l’adozione di un testo di legge equilibrato, senza i pregiudizi ideologici che caratterizzano la proposta di legge presentata invece dal centrodestra e che, come ha dimostrato il dibattito, non risolve assolutamente nulla.» Per Pietro Pipi dell’associazione radicale Trasparenza e Partecipazione «Più che un problema etico, è un problema sociale: e proprio per questo la legge non può esimersi dall’affrontare e dare soluzione ad un grave problema sociale».

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