Tondo cambia proposta ma ha un’idea fissa: annientare la sanità isontina.

Romoli convochi subito la Conferenza dei sindaci e un Consiglio comunale sul tema: dobbiamo opporci alla devastazione

Tondo vuole sacrificare l’Azienda sanitaria isontina sull’altare di una finta “razionalizzazione”, pur di mantenere in vita gli enormi sprechi di Udine e Trieste. Così tradisce spudoratamente le promesse con cui era venuto nell’Isontino a farsi la campagna elettorale.

In questi giorni pare che il presidente della Regione voglia modificare la proposta formulata qualche mese fa, che prevedeva una sola azienda sanitaria territoriale e tre ospedaliere in regione, per prospettare tre aziende territoriali e due ospedaliere. Nella disinvoltura con cui si passa da un modello organizzativo all’altro, che dimostra come si proceda a casaccio, ciò che rimane ossessivamente invariato è che Gorizia deve diventare l’unica provincia senza un’Azienda sanitaria autonoma, mentre gli inutili doppioni delle due cliniche universitarie, delle due cardiochirurgie e delle due neurochirurgie tra Udine e Trieste, che bruciano milioni di euro all’anno, non devono essere toccati.

Purtroppo sembra che l’accanimento contro la nostra sanità, come unico capro espiatorio, non sia un pallino del solo del presidente Tondo: in passato anche Illy abbracciò questo progetto, e ancora oggi pare che riscuota consensi trasversali nelle altre province regionali. Così l’Area vasta giuliano-isontina diventerebbe l’anticamera dell’accorpamento, sebbene nella nostra Azienda la spesa sanitaria per abitante sia molto inferiore rispetto a Trieste, come il ricorso alla sanità privata, e nostri conti siano a posto, mentre la sanità triestina è pesantemente in rosso.

Perciò una proposta sensata di riforma del sistema sanitario è semmai quella di ridurre a quattro le Aziende sanitarie in regione, una per provincia, e ciascuna della quali competente sia sui servizi territoriali che su quelli ospedalieri.

Di fronte agli attacchi iniqui ai diritti dei cittadini isontini, tutte le forze politiche del nostro territorio devono reagire compatte. In questo è fondamentale il ruolo del sindaco del capoluogo: Romoli convochi urgentemente sia la Conferenza dei sindaci, di cui è il presidente, sia il Consiglio comunale, invitando anche il direttore generale Bertoli e lo stesso Tondo, per far approvare un documento che esprima contrarietà al progetto di cancellazione della nostra Azienda, oltre che per discutere e prendere posizione sui molti temi caldi della nostra sanità: la sorte del punto nascita, quella del Centro di salute mentale, ancora senza una sede decente, il taglio degli orari degli sportelli per le vaccinazioni… Se lo farà, il sindaco dimostrerà di voler passare dalle parole ai fatti nella difesa della sanità goriziana e isontina. In caso contrario non avremo luoghi istituzionali per dare voce al nostro territorio, e dovremo rassegnarci alla devastazione. Ma chi ne sarà stato complice dovrà assumersi tutte le proprie responsabilità.

Giuseppe Cingolani

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