Sulla sanità centrodestra goriziano molle e diviso

Tondo vuole smantellare la nostra Azienda: l’Isontino deve opporsi unito

Per difendere i servizi sanitari e i diritti dei cittadini isontini tutte le forze politiche della nostra provincia devono dire compatte che non ci stanno all’ulteriore massacro del nostro territorio progettato da Tondo per coprire gli enormi sprechi di Udine e Trieste. Ma mentre il centrosinistra della nostra provincia ha preso una posizione univoca in questo senso, gli esponenti del centrodestra goriziano stanno andando in ordine sparso, contraddicendosi a vicenda, e molti di loro sembrano aver già calato le braghe di fronte allo smantellamento dell’Azienda sanitaria isontina. Questo rischia di spianare la strada a Tondo e ai poteri forti della regione che da tempo hanno individuato nell’Isontino l’agnello sacrificale a cui far pagare le colpe e gli sprechi altrui.

La coalizione del centrosinistra di Gorizia già in campagna elettorale ha proposto di ridurre da nove a quattro le aziende sanitarie in regione, una per provincia, ciascuna della quali dovrebbe coordinare sia i servizi territoriali sia quelli ospedalieri. In questo modo non solo si risparmierebbero soldi, tagliando più dirigenze di quanto vuole fare Tondo, ma si favorirebbe la continuità assistenziale, coordinando in modo efficace l’assistenza a domicilio e quella del ricovero ospedaliero, requisito considerato oggi essenziale per un servizio sanitario di qualità. Sabato scorso anche l’Assemblea del Partito Democratico isontino si è espressa con il voto a favore della stessa proposta.

Nel centrodestra, invece, mentre Romoli, come il centrosinistra, si dice favorevole alla creazione della quattro Aziende, in modo da salvaguardare l’autonomia dell’Azienda isontina, il consigliere comunale e regionale Valenti si pronuncia a favore della proposta di Tondo che prevede in regione tre Aziende sanitarie territoriali e tre Aziende ospedaliere. Pochi giorni prima anche Zappalà, goriziano alla guida l’UDC regionale, accoglieva compiaciuto quest’ultimo progetto di Tondo, che cancella l’autonomia della sanità isontina.

L’argomento esposto da Valenti è che gli ospedali isontini conserverebbero la loro autonomia all’interno di un’Azienda che comprenderebbe anche i servizi territoriali di Trieste e Gorizia. Valenti dimentica che, nella proposta Tondo, quelli di Gorizia e Monfalcone sarebbero definitivamente declassati ad ospedali di rete, contraddicendo così la legge 13 del ’95, che li definisce ospedali di rilievo regionale. Inoltre porre i nostri ospedali all’interno di un’Azienda giuliano-isontina prevalentemente territoriale spianerebbe la strada alla loro riduzione a due grossi ambulatori, spostando tutte le specialità propriamente ospedaliere verso Trieste, compreso, tanto per fare un esempio, il punto nascita.

Questo è un momento decisivo, in cui tutta la classe politica della nostra provincia deve battersi a schiena dritta. Non possiamo permetterci le divisioni, la mollezza e l’accondiscendenza che il centrodestra isontino sta dimostrando.

Giuseppe Cingolani, capogruppo del PD di Gorizia

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