L’Azienda sanitaria isontina cancellata e accorpata a Trieste: Tondo consuma il tradimento delle sue promesse elettorali ai cittadini isontini: Valenti in Regione vota sì all’accorpamento dopo aver votato no a Gorizia

Tondo ha dunque consumato il tradimento delle promesse elettorali da lui fatte ai cittadini isontini: il centrodestra ha approvato la legge che cancella l’Azienda sanitaria isontina e l’accorpa a Trieste. L’attuale presidente della Regione 5 anni fa, in campagna elettorale, era venuto nell’Isontino a promettere solennemente che lui non avrebbe mai effettuato questo accorpamento. Che altro serve per squalificare completamente la figura di un politico? Tondo ha preso in giro i cittadini che lo hanno votato, ha chiesto di essere eletto in base a quelle che si sono rivelate delle spudorate bugie. I cittadini, in particolare quelli di centrodestra, che non accettano di essere presi per i fondelli dovrebbero gridare dai tetti: “mai più un voto a Tondo dalla provincia di Gorizia!”.

Nel Consiglio comunale di Gorizia a settembre il centrosinistra e il centrodestra insieme avevano votato la richiesta a Tondo di non cancellare l’autonomia dell’Azienda isontina, impegnando Romoli a farla valere presso Tondo. Non solo ancora una volta Romoli non ha trovato alcuna considerazione in Regione (ha fatto qualcosa per essere ascoltato?), ma Valenti, che aveva votato quella richiesta a Gorizia, in Consiglio regionale ha invece approvato la cancellazione della nostra Azienda. Un centrodestra goriziano con la schiena dritta dovrebbe rifiutare di sostenere Tondo alle prossime elezioni regionali, ma i silenzi di Romoli e il doppio gioco di Valenti ci presentano uno schieramento inaffidabile e opportunista.

Ora ci propineranno ridicole giustificazioni, come quella per cui gli ospedali isontini non sono stati accorpati all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste, ma a quella territoriale Giuliano-isontina, per cui manterrebbero una certa autonomia. In realtà due ospedali che fanno parte di un’Azienda territoriale e che, non dimentichiamo, formano un’Area Vasta con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste, sono chiaramente destinati a diventare due ambulatori, di supporto alle prestazioni sanitarie territoriali.

Il fatto grave dell’azione di Tondo è che uccide sul nascere l’unica potenzialità specifica del nostro territorio: tra poco più di un anno entrerà in vigore la direttiva europea che liberalizza le cure all’interno dei paesi UE. Sarebbe stata una grande occasione per programmare un’integrazione transfrontaliera in particolare tra i due ospedali di Gorizia e San Pietro. Se io mi taglio la mano devo correre fino a Pordenone per farmela ricucire, mentre a San Pietro, a soli 5 minuti di distanza, c’è un reparto d’eccellenza nella chirurgia della mano. Lo stesso vale per i cittadini di Nova Gorica e San Pietro: per installarsi un pacemaker sottocutaneo devono andare a Lubiana, mentre potrebbero venire nel nostro ospedale. Questa integrazione permetterebbe di risparmiare, di migliorare la qualità della vita dei pazienti e di attingere ai finanziamenti europei. Ma ai triestini, Illy compreso, non è mai interessato promuovere questa potenzialità di Gorizia. Se non esisterà più un’Azienda isontina autonoma, ma la direzione passerà sotto Trieste, la strategia sarà una sola: trasferire ulteriori reparti da Gorizia a Trieste, sigillando la morte della sanità isontina. Ora Serracchaini, che ha già dichiarato di non volere la cancellazione dell’Azienda isontina, dovrà impegnarsi a cambiare la riforma di Tondo.

Giuseppe Cingolani, capogruppo del PD a Gorizia

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