Grave l’incoerenza di Valenti sulla sanità isontina

Gaetano Valenti non solo ha approvato in Regione la cancellazione dell’Azienda sanitaria isontina e il suo accorpamento a Trieste dopo aver votato l’opposto a Gorizia, ma si è anche autoproclamato il salvatore dei nostri ospedali: di fronte a una simile sfacciataggine non è possibile tacere.

Innanzitutto i due ospedali isontini, inseriti da Tondo nell’Azienda territoriale Giuliano-isontina senza che cessino di formare un’Area Vasta con l’Azienda Ospedaliero-universitaria di Trieste, sono irrimediabilmente destinati a diventare due ambulatori.

Ma la cosa più grave è l’enorme e cinica incoerenza di Valenti. Il 10 settembre egli, nel Consiglio comunale goriziano, ha votato una mozione, presentata su iniziativa del centrosinistra, che chiedeva di “mantenere l’autonomia organizzativa e di programmazione dell’Azienda sanitaria isontina, con pari riconoscimento istituzionale rispetto alle altre aziende regionali, anche in vista della programmazione transfrontaliera, respingendo qualsiasi riforma del sistema sanitario regionale che non la garantisca”. Le ultime parole esprimono una netta contrarietà nei confronti della riforma di Tondo, che a settembre era già ben nota, dato che era stata approvata dalla Giunta regionale il 5 luglio. Non si può allo stesso tempo respingere e approvare un provvedimento, se non per ipocrisia e opportunismo. Perciò il voto favorevole alla riforma Tondo, espresso da Valenti nel Consiglio regionale del 4 dicembre, appare come il punto d’arrivo di un desolante doppio gioco: a Gorizia voleva passare come il difensore della sanità isontina e in Regione non voleva contraddire Tondo. Valenti dice di aver salvato i nostri ospedali, ma pare aver salvato solo la sua ricandidatura alle elezioni regionali.

Gorizia è in crisi profonda anche perché troppi suoi rappresentanti politici non sanno tenere la schiena dritta, sempre pronti a chinarsi di fronte al potente di turno, avendo a cuore più le proprie carriere e posizioni personali che il bene del nostro territorio e dei suoi cittadini.

Anche Romoli si è arrampicato sugli specchi affermando che “ci sono ancora ampi margini per un ripensamento, abbiamo ancora un anno per far valere le nostre ragioni”, visto che la riforma Tondo entrerà in vigore nel 2014. Ma se Tondo non ha avuto remore ad approvare questa riforma a pochi mesi dalle elezioni, come possiamo sperare che cambi idea dopo la sua eventuale riconferma? È chiaro che ci prendono per i fondelli, come quando ci dicono che la scelta sul punto nascita sarà presa tra un anno: vogliono chiuderlo solo dopo le elezioni, per non perdere troppi voti.

In ogni caso è vero che possiamo ancora far valere le nostre ragioni: bocciando Tondo alle prossime elezioni regionali e chiedendo alla Serracchiani un chiaro ed esplicito impegno a modificare la legge approvata dal centrodestra.

Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd di Gorizia

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